Le origini
Pagina rinnovata grazie al Centro studi delle valli del Termina, in particolare Pier Luigi Sassi e Camillo Bertogalli, in visita a Campora il 1 agosto 2004.
La zona di Campora prima dellVIII secolo, molto probabilmente, non fu abitata né da famiglie né da comunità e dovette essere solo luogo di pascoli nel periodo estivo per il bestiame dei vicini abitanti della Lunigiana e della Toscana. Campora è citato la prima volta il 29 aprile 979 in una pergamena nella quale il preposto della cattedrale di Parma dà un livello a Guntardo prete di Campora; Guntardus presbiter de loco ubi dicitur Campore. Il paese viene di nuovo citato in un atto del 20 novembre 995 per una donazione del Vescovo di Parma Signifredo II in fundis quae dicitur Campora.
La zona di Campora non ebbe castelli o fortificazioni in quanto era protetta dai vicini castelli di Belvedere (Rusino) e Castelmozzano.
La prima chiesa è ricordata nel Capitolo Decimarum nel 1230, ed era cappella dipendente dalla Pieve di Sasso Cappella Sancti Laurentii de Campora e di nuovo ricordata nella Ratio Decimarum del 1299, in altre pergamene del 1354, nel Regesto Antico del 1493, infine è Curata (parrocchiale) nel 1564 retta da Don Giacomo Ruffaldi dei Campora e sorgeva nella località chiamata Chiesa vecchia verso la località Croce di Mussatico (la localizzazione è logica, in quanto a metà strada tra Mussatico, allora sotto la parrocchia di Campora, e Casone, attuale centro del paese. Questa chiesa venne distrutta da uno smottamento nei primi anni del 1600; fino a pochi decenni fa si intravedevano alcuni ruderi e, in occasione del dissodamento dei terreni circostanti, vennero alla luce sepolcri e anche un antico tintinnabulo di bronzo a forma piramidale conservato presso la chiesa parrocchiale.
La costruzione dell'attuale Chiesa Parrocchiale, di povero e ridottissimo stile dorico, venne inizata nel 1607 quando furono edificati il vaso della Chiesa, l'unica navata e forse la Cappella già di S.Lucia, ora del Sacro Cuore di Maria e l'attuale anticamera del campanile al principio del secolo XVII; in seguito fu costruito il Santuario ed il coro nell'anno 1802 come dal millesimo posto esternamente sopra la finestra "in carne epistolare", quindi la Cappella di S. Maria Maddalena de' Pazzi.
Nel paese vi erano 3 Oratori; il più antico fu eretto nel 1684 dai Cotti (ora Castiglioni) dedicato a San Giovanni Evangelista e distrutto nel XX secolo per fare posto ad un caseificio; il secondo per antichità è l'Oratorio della Divina Pastora, San Giacomo e San Francesco eretto dai Malori in località Malora nel 1797 tutt'ora esistente e ben conservato dalla stessa famiglia. Ultimo oratorio eretto nel 1863 dedeicato all'Addolorata, è stato fatto costruire dai Del Monte in località Campo del Fico, attualmente proprietà Bonomini.
Le famiglie più antiche di Campora ancora esistenti sono: Notari, Trombi, Malori, Casoni, Porta, Pini, Del Monte, Pazzoni, Farina, Cavalli, Piazza, Da Palude, Gastaldi, Uguzzoni; di più recente costituzione sono Baldi, Gelmini, Gallina, Bonomini, Castiglioni. Quelle estinte sono: Ruffaldi, Cotti, Ugellini, Catù, Toschi, Girini, Del Bosco, Amita, Alberi.
Fra le varie costruzioni o corti importanti sono da segnalare alcune case a torre del XV e XVI secolo e decorazioni di architravi recanti i simboli di antiche maestranze edili e portali recanti il millesimo e altre decorazioni.
Qualche altra notizia su Campora nel XV e XVI secolo
Estimo del sale del 1415: gli esattori arrivano a Campora mercoledì 3 aprile (la domenica precedente era Pasqua).
Ministrale(era il rappresentante del paese nei confronti delle istituzioni) era Simone della Fontana, 40 anni, sposato con Andriola, 30 anni i quali avevano 2 figli: Bartholino (10 anni) e Ursolina (4 anni).
Gli abitanti erano 91, di cui 22 bambini sotto i 10 anni; le famiglie erano 22,
Il 43% delle case era coperto a paglia, il 35% a piagne e il 22% a coppi.
Erano tassati 119 capi di bestiame (26 bovini, 31 maiali, 60 tra caprini e ovini, 2 asini).
Chi pagava più tasse era Zanetus de Cereto (127 libbre di sale su un totale di 1246 libbre pagate da tutto il paese).
Esistevano 2 mendicanti: una donna, Amoreta figlia di un certo Didi che viveva in canonica e un uomo, Johanes de Codazello (senex et miserabilis).
Le famiglie che pagavano le tasse erano: Casoni, Melegari, Carino (o Acarino), Fontana (o Della Fontana), Cereto (o Da Cereto), Piazza (o Della Piazza).
Dal "Zornalle imbotature vini Porte Nove" (tassa sui produttori di vino) del 1435
Nel nevianese il 10,5% dei campi era coltivato a vigna.
Sabato 31 dicembre 1435 a Campora c'erano 10 vigne e producevano 6.821 litri di vino (era la minore produzione di tutto il nevianese rispetto al complesso dei terreni coltivati e cioè 2.046 biolche)
Nel nevianese si producevano 427.950 litri di vino pari a 1.281 litri per famiglia (a Campora solo 296 litri per famiglia).
Estimo del sale del 1462
Le famiglie di Campora erano 24 ed erano aumentate quelle che pagavano le tasse: Casoni, Melegari, Carino, Fontana, Cereto (o Da Cereto), Piazza, Malori, Refaldi, Gastaldi, Trombi, Maioni, Bonomelli.
Censimento delle "boche umane et delle bestie bovine e pecorine" di lunedì 27 novembre 1581
Il ministrale era Lorenzo del Casone e il console era Spera del Casone.
A Campora, con le frazioni di Mussatico, Castagneto e le Piazze ci sono: 339 abitanti (era il paese più popoloso dopo Neviano che ne aveva 638 e non erano parmigiane né Bazzano né Scurano), 74 famiglie (di cui 71 con proprietà), 672 capi di bestiame (190 bovini e 482 tra caprini e ovini).
Chi aveva più animali era Lorenzo del Casone (9 bovini e 15 ovini) seguito da Prospero Melegari (7 bovini e 17 ovini).
Antichi toponimi (secolo XV) di località e campi di Campora:
cavridi, groponara, portidello, fontana giace, veie, campo de sorego, campo padi, puteo, prasu, vallesella, campo della fige, bozeto, piella, monte pezolino, fontana, roncolo.
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